The book of Memories: Alessandro Guerciotti

“Pur non avendo mai corso in bici, fin da piccolo ho sempre avuto passione per il lavoro di mio padre e l’idea di poter lavorare nella propria azienda vendendo un prodotto con impresso il proprio nome mi affascinava.”

Per questo già allora io e mia sorella abbiamo iniziato a “lavorare” nel negozio di Via Tamagno contando le borracce. Per noi l’inverno era sinonimo di ciclocross.: andavamo con i miei genitori a vedere le corse e ricordo i campioni di quel tempo, primo tra tutti Vito Ditano, ma anche leggende come Liboton o Simunek. Ho assaporato il fango fin da piccolo. Tutti mi guardavano con tenerezza poiché mia madre, per paura che prendessi freddo, mi metteva un pellicciotto in modo da essere uguale a mio padre.

Alla fine degli anni 80 venivamo da un decennio di straordinari successi nel ciclocross, con diversi campionati del mondo vinti. A quel tempo, grazie anche a Vito Ditano, il ciclocross entrava nelle televisioni degli italiani e veniva raccontato con ampi spazi dai giornali più importanti, in primis dalla Gazzetta dello Sport.

Nel 1989 una presentazione del nostro team stellare, vide come ospite d’onore Giovanni Trapattoni. Per me, interista da sempre, rappresentò un’emozione unica poter consegnare, insieme a mio padre, una bici all’allenatore che da li a pochi mesi avrebbe conquistato lo scudetto dei record. In quel momento compresi che il ciclismo è veramente amato e non è solo circoscritto nella sua sfera. Il ciclismo è di tutti e ti può portare ovunque.

Nel giugno del 2000 è avvenuto il mio ingresso ufficiale in azienda con l’organizzazione della festa dei 35 anni Guerciotti e l’inaugurazione della nuova sede di Via Petrocchi. Dal 2004 iniziammo a rifornire diversi team professionisti. Da li iniziai a creare un rapporto di collaborazione con i campioni che correvano sulle nostre bici, atleti come Dmitry Konishev, Pavel Tonkov, Gilberto Simoni, Davide Rebellin, Michele Scarponi,  Alessandro Bertolini, Rubens Bertogliati.

Il corridore con cui ho avuto il rapporto più stretto è stato sicuramente Gilberto Simoni. Lui fu il primo campionissimo a cui feci la bicicletta. Sapevo quanto era perfezionista sul prodotto, fu una sfida che mi intrigò. Per lui realizzammo un telaio su misura, con tubazioni speciali, che poi chiamammo Spider Gibo. Prima di avere quello definitivo ne realizzammo tre diversi e studiammo 4 grafiche differenti. In quell’anno Gilberto fu uno dei protagonisti del Giro arrivando a giocarsi il podio e quel telaio fu veramente un grande successo sia a livello di performance che di design. Anche Michele Scarponi e Davide Rebellin furono atleti per cui abbiamo avuto l’onore di realizzare un prodotto dedicato.

Rebellin venne a Milano per la sua bici mi disse subito: “Alessandro io non sono esigente come Gibo (ridendo), mi basta sapere che fornisci una bicicletta top di gamma e con tutti accessori di alto livello, e poi ci penso io farla vincere”. Quell’anno Davide era in una condizione stratosferica. Se non fosse stato per la squalifica sono sicuro che avrebbe potuto vincere una delle prime tappe al Giro e conquistare la maglia rosa. Visto il rapporto che si era creato, dopo la sua squalifica post olimpiadi mi impegnai personalmente a farlo rientrare e lo portammo in tutte le nostre squadre: prima la Meridiana, poi la Miche Guerciotti fino alla CCC Sprandi. Un uomo e un professionista eccezionale, che, come Michele Scarponi, ha avuto una fine che non meritava.

Nel 2000 tornai a calpestare i campi del ciclocross prima come responsabile delle relazioni esterne e poi come team manager del nostro team. Iniziai con Daniele Pontoni e questo mi servì per fare esperienza con un corridore due volte campione del mondo, per comprendere dall’interno le dinamiche del ciclocross, delle esigenze di un top rider e di come gestire un’intera stagione di un team che ha fatto la storia del ciclocross.

Anno dopo anno, affinai la mia esperienza e, sia per capacità e sia per un pizzico di fortuna, fui capace di ingaggiare giovani corridori che poi avrebbero fatto la storia del ciclocross italiano e non solo. Uno fra tutti Marco Aurelio Fontana, che da juniores era sicuramente un buon corridore, ma con noi fece un salto straordinario diventando il campione che oggi tutti conosciamo. Ebbi inoltre l’intuizione di ingaggiare atleti quali la belga Sanne Cant considerata la più forte ciclocrossista belga di tutti i tempi e, nel panorama italiano, corridori del calibro di Elia Silvestri, Alice Arzuffi, Gioele Bertolini, Jakob Dorigoni e Gaia Realini.

Un’altra figura importantissima per sviluppare la mia crescita professionale e manageriale nel ciclocross, è stata, oltre a mio padre, quella di Vito Ditano.  Prima lo seguivo da bambino alle corse, ora collaboriamo da sempre a stretto contatto per ottenere i risultati straordinari che abbiamo conquistato in questi anni. E la conferma è il 2024, anno in cui abbiamo ottenuto un risultato storico con ben 4 titoli italiani conquistati. Da interista potrei dire che siamo una bella coppia… come Marotta e Inzaghi.